Mostra sul Beato Rolando Rivi, seminarista martire

Nella Cattedrale di Ferrara è allestita fino al 9 novembre una mostra sul Beato Rolando Rivi, seminarista martire, ucciso alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Rolando, solo quattordicenne, fu rapito, torturato e ucciso da alcuni partigiani comunisti, che ne odiavano l’attaccamento a Cristo e la continua testimonianza che la sua vita era per gli altri giovani. Il 5 ottobre nel PalaPanini di Modena è stata celebrata la cerimonia di beatificazione.
La mostra illustra la vita, la testimonianza di fede e il martirio di un ragazzo che voleva essere tutto e solo di Gesù e rappresenta un’occasione d’incontro con un testimone, icona dei martiri del XX secolo, che, “innamoratissimo di Gesù”, ci guida a porre Cristo al centro dell’esistenza, anche nelle circostanze più difficili.
Nato a San Valentino, frazione di Castellarano, entrò nel seminario di Marola nell'autunno del 1942 ma nel 1944, in seguito all'occupazione tedesca del paese, fu costretto a ritornare a casa. Non smise però di sentirsi seminarista né di indossare l'abito talare, nonostante il parere contrario dei genitori preoccupati per i gesti di odio antireligioso diffusi nella zona: gli atti di violenza e le uccisioni di sacerdoti diverranno infatti in quel periodo molto comuni.
Il 10 aprile 1945 fu preso da un gruppo di partigiani comunisti, che costrinsero il ragazzo quattordicenne a seguirli nella boscaglia. Ai genitori fu lasciato un bigliettino con scritto "Non cercatelo. Viene un attimo con noi partigiani". Dopo tre giorni di percosse, umiliazioni e sevizie, lo uccisero a colpi di pistola in un bosco di Piane di Monchio, frazione di Palagano.
Seguendo le indicazioni di alcuni partigiani, comprese quelle dello stesso assassino, la sera del 14 aprile Roberto Rivi e don Alberto Camellini, curato di San Valentino, ne ritrovarono la salma che presentava il volto coperto di lividi, il corpo martoriato e le due ferite mortali, una alla tempia sinistra e l’altra all'altezza del cuore. L'indomani lo trasportarono a Monchio, dove ebbe esequie e sepoltura cristiane.
Dopo la Liberazione, il 29 maggio 1945 la salma fu traslata e tumulata nel cimitero di San Valentino, con l'omaggio di tutti i parrocchiani. Essendo divenuta la sua tomba meta di pellegrinaggi, il 26 giugno 1997, con una solenne cerimonia, gli venne data nuova sepoltura all'interno della chiesa di San Valentino, nel sacrario dei parroci della pieve.

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